I microbi come centrali elettriche

Giugno 2024

Un progetto di ricerca innovativo dell'EPFL, guidato dal professor Ardemis Boghossian, ha dimostrato come i batteri E. coli modificati possano generare efficacemente elettricità. Questa scoperta apre nuove porte alla produzione di energia e potrebbe consentire applicazioni di vasta portata nella tecnologia ambientale e nell'industria.

Con un approccio senza precedenti, il team del Professor Boghossian ha trasferito le proprietà di microbi esotici che vivono in condizioni anaerobiche e producono elettricità come sottoprodotto del loro metabolismo al diffuso e ben studiato batterio E. coli. Questa innovazione potrebbe aprire le porte ad applicazioni innovative in vari settori.


Dalla natura al laboratorio
I modelli naturali della ricerca, i microbi anaerobi, utilizzano percorsi metabolici unici per donare elettroni ai metalli e quindi generare elettricità. Questo meccanismo è stato implementato con successo nell’E. coli, che predestina il batterio a un’ampia gamma di applicazioni tecnologiche. Il trasferimento è stato complesso e ha richiesto l’inserimento di proteine speciali dai microbi elettricamente attivi nell’E. coli, che ha portato la capacità di produrre elettricità in laboratorio.


Possibili applicazioni e vantaggi pratici
L’E. coli modificata potrebbe essere utilizzata nelle celle a combustibile, nel trattamento delle acque reflue o come biosensore. Di particolare interesse è la potenziale applicazione nel trattamento delle acque reflue, dove i batteri non solo contribuirebbero a purificare l’acqua, ma potrebbero anche generare elettricità come sottoprodotto. Questi doppi benefici rappresentano un’opzione interessante per un’economia circolare in cui i prodotti di scarto vengono utilizzati in modo prezioso.


Ricerca innovativa e collaborazione con l’industria
Sostenuto dall’ambiente innovativo dell’EPFL e dall’opportunità di lavorare in modo trasversale, il team del Professor Boghossian continua ad esplorare le applicazioni pratiche dei batteri “elettrici”. Lo sviluppo di un prototipo per l’industria alimentare in collaborazione con una start-up di recente fondazione dimostra il potenziale commerciale di questa tecnologia. Questo impegno offre soluzioni industriali non solo scientifiche ma anche sostenibili, che possono contribuire a ridurre l’impronta di carbonio.


Prospettive e interesse globale
Sebbene la tecnologia sia ancora in fase di sviluppo, c’è già un crescente interesse da parte del mondo accademico e industriale. Il lavoro della professoressa Boghossian e del suo team è un esempio lampante di come la ricerca di base innovativa possa avere un impatto trasformativo sul nostro futuro energetico.

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