Opportunità e sfide del Bilaterale III

Gli Accordi Bilaterali III, appena negoziati, sono stati al centro di una discussione controversa all'Università di Zurigo. Politici, economisti e accademici hanno discusso l'impatto dell'accordo e la futura posizione della Svizzera in Europa.
Con la conclusione dei negoziati sugli Accordi Bilaterali III, la Svizzera ha raggiunto una nuova pietra miliare nelle sue relazioni con l’UE. Il pacchetto completo di accordi comprende nuovi accordi nei settori dell’elettricità, della sicurezza alimentare e della salute, nonché l’aggiornamento di accordi esistenti. Particolarmente degna di nota è la riammissione della Svizzera ai programmi di ricerca dell’UE, un passo significativo per la Svizzera come sede di ricerca.
In occasione di una tavola rotonda presso l’Università di Zurigo, organizzata dalla Camera di Commercio di Zurigo, rappresentanti di spicco del mondo politico, economico e scientifico hanno discusso le opportunità e i rischi del nuovo accordo.
Importanza per la Svizzera come centro di ricerca
Nel suo discorso di apertura, il Rettore dell’UZH Michael Schaepman ha sottolineato il ruolo centrale dell’UE per la scienza svizzera. L’integrazione nello Spazio Europeo della Ricerca non solo rafforza le eccellenti università svizzere, ma facilita anche lo scambio internazionale e l’accesso a tecnologie importanti. “Soprattutto in tempi geopoliticamente incerti, una partnership stabile con l’UE è di importanza cruciale”, ha spiegato Schaepman.
Tra il libero scambio e l’adesione all’UE
Il Segretario di Stato Alexandre Fasel ha descritto i Bilaterali III come una via di mezzo tra la piena adesione all’UE e un accordo di puro libero scambio. Integrando le questioni istituzionali nei singoli accordi, è stato possibile trovare una soluzione svizzera. Il diritto dell’UE sarebbe stato adottato solo nelle aree regolamentate contrattualmente, mentre la Svizzera avrebbe avuto meccanismi di protezione legale come un tribunale arbitrale.
Vantaggi economici vs. preoccupazioni di sovranità
La discussione ha rivelato diverse prospettive sull’accordo. Per l’economia, il collegamento al mercato unico europeo è essenziale. Balz Hösly della Camera di Commercio di Zurigo ha sottolineato che le piccole e medie imprese in particolare dipendono dalla possibilità di utilizzare il mercato dell’UE senza barriere commerciali.
Critici come Magdalena Martullo-Blocher, invece, hanno messo in guardia da una crescente regolamentazione e da una perdita di sovranità della Svizzera. Ha parlato di un “trattato di sottomissione” e ha chiesto di concentrarsi maggiormente sugli accordi di libero scambio globali.
La professoressa Stefanie Walter ha sottolineato che, sebbene la popolazione svizzera sia scettica nei confronti dell’UE, gli accordi bilaterali godono di un ampio sostegno come soluzione pragmatica.
Un equilibrio sociale e politico
Oltre agli aspetti economici e legali, sono stati discussi anche i valori sociali. Silvan Wildhaber, CEO di Filtex AG, si è espresso a favore degli accordi bilaterali per motivi umanistici: “Dovremmo lavorare insieme come vicini amichevoli in Europa” Balz Halter, invece, ha respinto l’accordo per motivi civici, in quanto significherebbe una perdita di sovranità per la Svizzera.
La tavola rotonda ha chiarito che i Bilaterali III sono una delle decisioni politiche chiave per i prossimi anni. Mentre alcuni vedono in essi stabilità economica e pragmatismo politico, altri mettono in guardia dal diventare troppo dipendenti dall’UE. La decisione finale spetta ora al popolo svizzero.