Architettura senza barriere

Novembre 2024

Eine Studierende von Momoyo Kaijima untersuchte, wie Architektur Barrieren zwischen dörflichem und städtischem Leben abbauen kann.

Le nostre città e le nostre case sono spesso progettate in modo tale da spingere le persone alla dipendenza e creare barriere. Una nuova prospettiva architettonica mostra come gli spazi possano essere progettati per essere inclusivi, solidali e socialmente connessi.

“L’architettura può essere brutale”, afferma Anna Puigjaner, docente del Politecnico di Zurigo. Scale, corridoi stretti e concetti abitativi standardizzati escludono molte persone. Separano coloro che possono da coloro che non possono. Gli standard architettonici, spesso adattati alla classica famiglia nucleare, difficilmente tengono conto della diversità degli stili di vita. In Svizzera, tuttavia, solo un quarto delle persone vive in una famiglia nucleare, mentre le soluzioni di vita alternative come i genitori single, le famiglie patchwork o le coppie senza figli sono ampiamente ignorate.


Rendere visibile il lavoro di cura
Uno degli approcci centrali di Puigjaner è quello di integrare il lavoro di cura dalla sfera privata all’infrastruttura pubblica. L’architettura attuale rende la cura, i lavori domestici e le attività quotidiane una sfida per molte persone, soprattutto per gli anziani o per chi ha problemi di salute. Puigjaner chiede che il lavoro di cura come cucinare, lavare o accudire i bambini sia reso più accessibile al pubblico, per ridurre le dipendenze.

Esempi come le “Manzanas del Cuidado” di Bogotà mostrano come le biblioteche siano state trasformate in centri di assistenza multifunzionali. Qui, cucine, servizi di assistenza all’infanzia e lavanderia si trovano sotto lo stesso tetto. A Tokyo e Singapore, le cucine pubbliche promuovono l’interazione sociale e riducono i costi di assistenza.


L’architettura che connette
Puigjaner sostiene un’architettura che promuove l’incontro e integra abitudini che normalizzano l’assistenza. Un ambiente in cui le persone possono cucinare insieme o aiutarsi a vicenda crea interdipendenze invece di rafforzare le dipendenze. Questo concetto non aiuta solo gli anziani, ma anche tutti coloro che si trovano in situazioni di vita diverse.


Il futuro dell’architettura inclusiva
“Il nostro ambiente costruito non dovrebbe creare barriere, ma aprire opportunità”, afferma Puigjaner. Ciò richiede un ripensamento nella pianificazione delle città e degli edifici. Le infrastrutture pubbliche come i centri comunitari, gli alloggi inclusivi e i quartieri urbani multifunzionali potrebbero non solo ridurre l’isolamento sociale, ma anche abbattere le strutture di potere esistenti.

L’architettura ha il potere di rimuovere le barriere e promuovere la partecipazione sociale. Integrando il lavoro di cura nelle infrastrutture pubbliche e creando spazi inclusivi, può emergere una nuova architettura unificante che consente a tutte le persone di condurre una vita più indipendente e soddisfacente.

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