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I cantoni di montagna insistono sul valore locativo figurativo

Chur, Settembre 2021

I Cantoni di montagna si pronunciano contro l'abolizione del valore locativo per le seconde case. Inoltre, considerano necessari adeguamenti al Second Home Act. Anche il mantenimento del tasso d'interesse massimo sull'acqua è nella lista dei desideri dei cantoni di montagna.


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La Conferenza intergovernativa dei Cantoni montani di Uri, Obvaldo, Nidvaldo, Glarona, Appenzello Interno, Grigioni, Ticino e Vallese (RKGK) è contraria al progetto del Consiglio federale di abolire il valore locativo anche per le seconde case. Si tradurrebbe in una perdita di guadagno di circa 200 milioni di franchi all’anno, spiega l’RKGK in un comunicato stampa. D’altro canto, l’RKGK non ha obiezioni alla prevista abolizione del valore locativo imputato per gli appartamenti principali.

I cantoni di montagna sono già stati colpiti dalla Second Home Act di effetti economici decisivi, scrive la RKGK. Contrariamente al Consiglio federale, i Cantoni di montagna vedono qui un’ulteriore necessità di intervento. In particolare, vanno modificate le disposizioni, “la cui applicazione porta a risultati oggettivamente negativi o non lascia spazio sufficiente a soluzioni innovative”.

L’RKGK chiede inoltre di migliorare il messaggio approvato dal Consiglio federale sull’approvvigionamento elettrico con energie rinnovabili. Tra l’altro, i Cantoni di montagna vogliono estendere l’attuale portata massima dell’acqua. Con l’aumento dei prezzi dell’elettricità a causa della politica climatica, le compagnie elettriche sono ancora “in grado di pagare le tariffe dell’acqua odierne senza problemi”, afferma l’RKGK.

Inoltre, l’RKGK critica l’approccio alla legge sull’organizzazione delle poste: qui il Consiglio federale ha portato avanti un messaggio senza attendere i risultati di una commissione di esperti da lui stesso costituita. Tuttavia, la commissione competente del Consiglio degli Stati ha rinviato le sue deliberazioni alla presentazione dei risultati. «In questo contesto, non è assolutamente tollerabile se la Posta Svizzera continua a ridurre i propri servizi in vista del dibattito politico», afferma l’RKGK.

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