«Locarno avrà il suo quartiere ecosostenibile»

Dicembre 2019

L’avvocato Paolo Caroni, responsabile dell’edilizia e della pianificazione in seno al Municipio di Locarno, è nella posizione ideale per illustrarci i progetti che ridisegneranno la città sul Verbano. Dai cosiddetti Piani d’agglomerato al nuovo quartiere ecosostenibile fino alla riqualifica di Piazza Grande, sono diversi gli interventi urbanistici previsti nei prossimi anni.

Avvocato Caroni, tra i progetti che dipendono dal suo dicastero c’è anche il cosiddetto PALoc. Può spiegarci brevemente di cosa si tratta?
Iniziamo col dire che la sigla «PALoc» sta per Programma di agglomerato del Locarnese. Si tratta di programmi pluriennali – generalmente della durata di quattro anni – che contemplano misure d’interesse regionale, volte sostanzialmente a migliorare e potenziare il trasporto pubblico e la mobilità lenta in un agglomerato, come pure a riqualificare urbanisticamente e mettere in sicurezze le aree urbane. Tali misure sono cofinanziate dal Cantone e dalla Confederazione dopo un’attenta valutazione dei progetti. Come detto, sono piani delimitati nel tempo e per quanto riguarda il Locarnese, attualmente sono avviati i progetti della «seconda generazione», la procedura di approvazione della «terza generazione» è terminata e stiamo iniziando la fase di studio del PALoc 4.

Con quali criteri la Confederazione giudica e finanzia i vari progetti?
Il processo è piuttosto lungo e dura parecchi anni. Innanzitutto, Berna valuta le proposte elaborate dalle varie regioni e inviate per il tramite del Cantone, secondo criteri di efficacia e di costi, per poi definire una percentuale di cofinanziamento che può raggiungere il 50%. A titolo di esempio, il nostro PALoc 3 ha ottenuto un punteggio molto alto e la Confederazione gli ha concesso un finanziamento pari al 40% dei costi delle opere cofinanziabili. Le opere di priorità A ammontano a circa 44 milioni di franchi. Berna verifica poi che le misure previste vengano effettivamente realizzate nei modi e nei tempi previsti, pena un «malus» nei piani di agglomerato successivi. Questo è un punto molto importante, che implica che non si possono cambiare i progetti ad ogni cambio di maggioranza politica.

Può citarci qualche opera che verrà realizzata nel quadro di questo piano pluriennale?
Tra le misure più incisive mi preme citare l’imminente potenziamento dell’offerta dei trasporti pubblici su gomma regionali ed interregionali, la cui cadenza sarà addirittura raddoppiata. Sempre tra le opere ad alta prio-rità c’è il nodo intermodale della stazione di Locarno-Muralto, la cosiddetta area di svago di prossimità che include il Delta della Maggia, le golene di Maggia e Melezza, nonché Ponte Brolla. Poi c’è l’area di svago e riqualifica paesaggistica della Riva lago Gambarogno e le riqualifiche urbanistiche di Largo Zorzi a ridosso di Piazza Grande e del quartiere dell’ex Macello.

A proposito dell’area ex Macello, è vero che volete farne un quartiere «ecosostenibile»? Cosa significa esattamente?
Innanzitutto, giusto per delineare la portata di questo progetto, iniziamo col precisare che stiamo parlando del terreno «ex Macello, ex Gas, Pharmanalitica». Ci riferiamo quindi a qualcosa, circa 40’000 m2, con addirittura 71’500 m2 di superficie utile (SUL), situati in una zona molto interessante nel centro città. Qui si vuole creare un nuovo quartiere caratterizzato da parametri di sostenibilità ambientale, quindi molto immerso nel verde e con un concetto molto curato dal punto di vista energetico e dei servizi di trasporto pubblico.

Quali strutture sorgeranno nel nuovo quartiere?
Ovviamente l’offerta residenziale sarà preponderante, anche perché dopo l’apertura della galleria di base del Ceneri, Locarno diventerà molto attrattiva per abitarvi, con collegamenti ferroviari veloci e prezzi dell’immobiliare più bassi rispetto, ad esempio, a Lugano. Naturalmente, per aumentarne l’attrattività, nel nuovo quartiere dovranno esservi attività commerciali e servizi. Ci saranno anche una casa per anziani, una torre-albergo di 180 camere, un asilo nido, spazi multiuso, spazi educativi e culturali, un centro giovanile e infine l’ambizioso progetto del polo tecnologico, più precisamente della meccatronica e della robotica.

C’è già una data d’inizio lavori?
Per il momento è stato concluso il mandato di studio in parallelo, i cui risultati sono stati pubblicati qualche mese fa. Per noi, come Municipio, era importante che si potesse edificare a tappe, che il progetto fosse modulare. Da un lato c’è un privato che vuole partire abbastanza in fretta, dall’altro c’è il Comune che deve anche valutare come procedere. Inoltre, su questi terreni ci sono alcuni fabbricati i cui diritti di superficie scadono nel 2024. Perciò al momento la questione della data non si pone, poiché siamo ancora a livello di pianificazione.

E della storica struttura dell’ex macello che ne sarà?
Si tratta di un edificio che fa parte della storia di Locarno, quindi il suo destino ha suscitato discussioni. Il Cantone l’aveva proposto come bene culturale da tutelare, ma il Municipio aveva preso la decisione di non introdurlo tra i beni culturali per poter mantenere la libertà di scelta e valutare cosa farne. Difatti, ai cinque gruppi che hanno partecipato al concorso sul progetto non abbiamo posto vincoli in questo senso. Va detto comunque che quattro su cinque hanno mantenuto la struttura nei rispettivi progetti. Il gruppo che abbiamo scelto ha inserito il polo della meccatronica nel comparto dell’ex Macello, creando quasi un campus con una piazza ed è riuscito a integrare molto bene questa struttura storica.

L’architettura complessiva del nuovo quartiere sarà mantenuta oppure il privato che decide di investire avrà ampia libertà?
Questo è un punto che rappresenta una grossa sfida. Le spiego: il mandato di studio in parallelo serve per elaborare la variante di piano regolatore. Attualmente, con il gruppo scelto, stiamo verificando quali norme introdurre per far sì che l’idea generale dell’ecoquartiere mantenga la sua caratteristica unitaria, altrimenti non avrebbe alcun senso tutta l’operazione. Evidentemente ci vuole un giusto equilibrio, ma si presterà particolare attenzione agli aspetti urbanistici ed energetici, che verranno codificati nel piano regolatore. Non è una sfida facile, perché questi parametri, che possiamo chiamare qualitativi, di solito si applicano nei centri storici.

C’è qualche altro grande progetto in programma a Locarno?
Sicuramente sul tavolo c’è la riqualifica di Piazza Grande e Largo Zorzi. Si tratta di un’operazione di ampio respiro che riguarda tutta l’area centrale della città, che va praticamente dal Debarcadero fino a Piazza Remo Rossi. Stiamo parlando di 40’000 m2 e di un investimento di 22 milioni di franchi. Ci sarà un concorso per l’arredo pubblico, con vincoli precisi per la pavimentazione stradale, l’illuminazione, le terrazze, le panchine ecc. Bisognerà rifare anche tutte le sottostrutture della piazza, che l’ultima volta sono state toccate circa 100 anni fa. Questo progetto si integra poi con un altro punto strategico molto importante, che è la politica della riqualifica delle superfici pubbliche.

Che cosa intende di preciso?
In parole povere, si tratta dei parcheggi. La nostra politica sui posteggi prevede la costruzione o l’ampliamento degli autosili sotterranei per dislocare i parcheggi dalle superfici pubbliche. Gli spazi così liberati potrebbero essere adibiti a luoghi pubblici, come ad esempio delle piazzette. Noi riteniamo che i posteggi non possano essere semplicemente eliminati, perché sono indispensabili per i residenti, per il commercio ed il turismo. I mezzi di trasporto devono essere complementari, e in questa complementarietà l’automobile ha il suo ruolo.

Allora ci sarà un autosilo anche sotto Piazza Grande?
Il problema di servire adeguatamente Piazza Grande esiste. Attualmente, nei dintorni della piazza ci sono i posteggi Largo Zorzi e Piazza Castello, che però sono percepiti dagli utenti come lontani. E la piazza ne soffre. Sicuramente l’ideale sarebbe la costruzione di un nuovo parcheggio sotto Piazza Grande, ma è praticamente impossibile. L’idea attuale è quindi di estendere in direzione di Piazza Grande l’autosilo sotterraneo di Largo Zorzi e prevedere un’uscita pedonale in superficie nelle immediate vicinanze della piazza, ad esempio dove c’è la Posta e/o eventualmente sotto i portici. All’utente, infatti, non interessa tanto dove entra nel posteggio con la macchina, ma dove esce a piedi. ■

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