L'Istituto cantonale di economia ecommercio si rinnova
I lavori di ampliamento e risanamento degli stabili sono stati effettuati mantenendo l‘operatività della scuola e termineranno entro la fine dell‘anno.
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Nell’ambito di concorsi di architettura per temi scolastici, ci troviamo spesso confrontati con progetti che testimoniano l’evoluzione architettonica del dopoguerra. A volte si tratta di oggetti interessanti, altre meno anche se le domande che sorgono sono le stesse.
Come comportarsi di fronte ad un’architettura a noi così vicina nei tempi e nei modi di pensare? Come risolvere lacune energetiche senza stravolgerne il volto. Quali sono i modi migliori per ampliarne gli spazi senza perdere il concetto e le qualità originali?
Sono alcuni degli interrogativi che gli architetti Corecco e Canevascini hanno affrontato cercando di risolvere su cosa piace davvero di queste architetture, quali eventuali lacune colmare e quali trasformazioni possono aver incrinato gli equilibri architettonici.
Gli stabili e il paesaggio
L’ex Caserma di Bellinzona, progettata nei primi anni ’50 dagli architetti Jäggli, Brunoni, Beretta-Piccoli e Tallone, poi trasformata in scuola di commercio negli anni ’80, presenta vari elementi di pregio che fungono da caposaldo progettuale. Il più generale risiede nell’elevata qualità paesaggistica del luogo in cui il complesso si è sapientemente inserito e che, nel corso del tempo, si è andata rafforzando con interventi di valore assoluto, tra i quali spicca il bagno pubblico, la splendida opera degli architetti Aurelio Galfetti, Flora Ruchat, Ivo Trümpy.
Un percorso fluviale, un’area verde estesa definita da edifici pubblici, lo sguardo verso la Bellinzona medievale e lo scenario della valle che si apre verso nord sono gli sfondi che formano l’ambiente dell’Istituto. Vi è poi la capacità nel comporre i volumi, austeri singolarmente, ma addolciti dalle lievi oscillazioni delle angolazioni che ne disegnano la concatenazione. Infine il rigore compositivo e strutturale delle singole parti, il ripercorrere di dettagli o di soluzioni costruttive che danno continuità all’insieme, pur in presenza di volumi estremamente diversi. Pensiamo ad esempio alla forma del tetto: due falde che non si toccano e formano un taglio di luce; soluzione adottata ed idonea sia nello stabile principale, che in quelli secondari. Questo rigore è anche tema di facciata, ripetuto con ritmi diversi ma analoghi lungo tutte le viste principali.
Qui giungono le risposte ai quesiti inziali. Se si interviene su questi edifici bisogna farlo con rispetto, difendendone l’integrità volumetrica e l’aspetto di dettaglio. Non demolire le singole parti del complesso per ospitare i nuovi spazi necessari – anche se alcune di esse sono di minor pregio – e non trasfigurando l’aspetto strutturale schietto ma raffinato dei prospetti.
Questi presupposti portano dapprima ad un intervento di risanamento energetico del blocco A, l’edificio principale del complesso. Esso è risolto prevalentemente all’interno, grazie alla realizzazione di un sistema
modulare isolato e funzionale al passaggio dell’impiantistica e ad ospitare scaffalature e armadi utili agli spazi didattici. Lo spessore di questo elemento è pari alle necessità di risoluzione del ponte termico degli elementi costruttivi della facciata verso l’interno. La parte del serramento presenta un nuovo disegno rispetto all’originale, rispondendo all’esigenza di ventilazione naturale dei locali, in accordo con i nuovi spessori dei profili.
Il progetto
Le 3 tappe del progetto, il risanamento di due blocchi esistenti e l’ampliamento con un corpo nuovo, sono stati realizzati mantenendo la scuola attiva e senza dover dislocare gli oltre 1’300 studenti. Una condizione questa, definita dal concorso. L’ampliamento, oggi nella fase finale di cantiere, è un lungo corpo sollevato da terra e collegato al blocco principale attraverso i due corpi scale, tra il piano terra ed il primo livello. L’ubicazione fa chiarezza rispetto al disegno dei parcheggi e dei corpi di servizio ora disposti disordinatamente, portando la scuola finalmente lungo il fiume, non più visto come un retro bensì come sfondo privilegiato.
Il rigore strutturale sottolineato esternamente dalle lame che sorreggono la piastra e dal ritmo verticale degli elementi di facciata è la soluzione che lega architettonicamente il nuovo edificio con l’esistente. La differenza fondamentale è la marcata dimensione orizzontale contrapposta alla verticalità dei prospetti del complesso originale.
Il livello principale ospita principalmente 12 aule didattiche, verso ovest, e spazi di lavoro, di pausa (per studenti e docenti) o di servizio, verso est. A nord è prevista una grande sala polivalente che fungerà da spazio principale di riunione all’interno dell’intero complesso scolastico. Ampie aree di circolazione collegano i nuovi spazi, con dimensioni adeguate all’elevato numero di utenti.
Il risanamento e l’ampliamento si sono svolti in tre tappe per un costo complessivo di 34.4 milioni di franchi: nella prima fase le aule e l’istituto (blocco A) nella seconda fase gli uffici e il Centro documentazione (blocchi D e P) e la terza tappa con l’ampliamento.
I materiali Costruttivamente l’architettura dell’ampliamento è risolta con una struttura in calcestruzzo armato, coibentata esternamente e sorretta da pilastri a cavalletto rovesciato a livello degli accessi al piano terreno. Il linguaggio dell’edificio è risolto nei prospetti principali con della ampie superfici vetrate che guardano verso la golena del fiume, mentre nei prospetti di testa il rivestimento riprende quanto fatto per gli elementi frontali dei solai, in lamiera di zinco-titanio, ossidato di colore scuro. Il ritmo dei prospetti principali intercala vetrate fisse ad ante opache, apribili per la ventilazione e rende omogeneo e astratto l’alternarsi degli spazi interni dai diversi contenuti.
Standard energetici
Gli interventi di risanamento hanno rispettato i requisiti dettati dagli standard di costruzione Minergie. Non è stato possibile richiedere la certificazione dato che non era corrisposto un unico punto, la ventilazione controllata. L’ampliamento invece ha standard e certificazione Minergie. ■
Scheda Progetto «Rinnovamento dell'Istituto cantonale di economia e commercio», Bellinzona
Investimento:
CHF 34.440 mio
Date:
Concorso: 2011
Risanamento Blocco A: 2011 – 2016
Risanamento Blocco D+P: 2017-2019
Ampliamento: 2017 – 2020
Committente:
Repubblica e Cantone del Ticino
Dipartimento delle finanze e dell’economia
Divisione delle risorse
Sezione della logistica
Direzioni dei lavori:
Calderari Sergio e Associati Sagl,
Bellinzona
Ingegnere civile:
Marcionelli & Winkler + Partners SA,
Lugano
Ingegnere RCVS:
Rigozzi Engineering, SA Giubiasco
Ingegnere elettrotecnico:
Tecnoprogetti SA, Camorino
Fisico della costruzione:
IFEC Consulenze SA, Rivera
Tecnico dei serramenti:
Didier Grandi, Rivera
Fotografie:
Claudio Bader, Lugano
Contatto:
Canevascini&Corecco
Arch. ETHZ FAS SIA
Via Besso 42 a
6900 Lugano
T: +41 91 950 82 90